Il Libro Giallo - Red Seal
Scritto da vasa1628
La fioca luce all'interno del locale,
confermava solo in parte le aspettative del nome.
Un branco di ombre sembravano danzare sulle
pareti rosse di stucco veneziano, reso ancor più cupo dagli strani effetti
di luce prodotti dai pochi lampadari che si muovevano quasi a ritmo con le
persone presenti. Quello che non riuscii a notare era il sigillo. Almeno non lo
notai subito.
Le volate di fumo nell'aria, lasciavano
intravedere un locale decisamente affollato per le sue dimensioni.
Non saprei dire se ci fosse musica in sottofondo, stavo ancora
cercando di capire il motivo di quell'invito. O forse, la verità è che cercavo
di capire perché mi fossi presentato a quell'invito.
Nel mio viaggio attraverso gli "spettri
del Natale", in una città ormai prossima a festeggiare chissà quale
stramaledetto cambiamento, avevo cercato di dare un volto a quella firma:
"L".
E mio malgrado, l'unica persona con
quell'iniziale che mi venisse in mente, era l'ultima a cui avrei
voluto pensare, l'ultima che avrei voluto rivedere. Anche dopo così
tanto tempo. Certe ferite sono dure a guarire, faticano a rimarginarsi,
come le cicatrici di un foro di proiettile. E la mia, era proprio quel tipo
ferita, in tutti i sensi.
Feci vagare lo sguardo stando ancora a pochi
passi dalla porta. La paura o la speranza di vedere una faccia familiare, senza
però accorgermi di essere stato riconosciuto al mio ingresso. Ma in quel
momento non potevo sapere, non potevo ancora immaginare.
La logica meta per dare un senso a
quella uscita, era rendere omaggio al barista che cercava di dare
risposte a quelli come me, che si aggiravano con in testa troppe domande. Non
che fosse una persona particolarmente loquace, ma sicuramente
sapeva leggerti dentro. O almeno interpretai così il gesto che fece al mio
arrivo al suo bancone. Un bicchierino di vetro buttato in qualche modo, e
riempito in qualche altro fino all'orlo con del Jack. Fu comunque un buon
inizio.
"Tu
sei Nik?" disse mentre mi studiava asciugando bicchieri che
secondo me avrebbe dovuto prima lavare. Era davvero bravo a leggerti dentro.
Soprattutto se già ti conosceva e ti stava aspettando. L'unico problema
era capire il perché.
Non feci in tempo a rispondere. Il mio
nuovo amico interpretò la sorpresa impressa sulla mia migliore faccia da poker
come un si, dato che mi indicò una porta in fondo al lato sinistro del bancone,
e si apprestò a servire un altro cliente prima che potessi chiedergli qualcosa.
Che i miei riflessi fossero a riposo da troppo tempo?
Andando per esclusione, valutai che fosse la
porta di una stanza sul retro del locale, dato che notoriamente i bagni
sono sempre in fondo a destra. C'è chi lo chiama "quinto senso e
mezzo", c'è chi lo chiama istinto. Io semplicemente avevo letto
"Privato" sulla porta.
Scolai il mio bicchiere di Jack lanciando
qualche moneta sul bancone, e guardandomi attorno mi avvicinai dove il mio
nuovo amico era così ansioso di mandarmi. Tutto tranquillo fin qui. Dovevo
preoccuparmi?
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